di Erika Scafuro
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Connessione è sicuramente una delle parole più abusate del nostro dizionario, ma Nick Pescetto ha deciso di declinarla nella sua versione migliore. In questa fase della sua vita il famoso content creator, ha infatti deciso di connettersi con se stesso e con la natura, semplificando il più possibile la sua vita.
Il surf è sicuramente uno dei punti cardine della sua personale mappa di connessioni, ciò che congiunge Nick al mare.
Fra i progetti con Bear Surfboards c’è lo short film ‘Bora che mostra i valori della scoperta, dell’avventura, della condivisione, dell’amicizia, in nome di un’autentica passione per il surf. Ci racconti di questa esperienza?
“Mi è piaciuta molto perché abbiamo girato in un luogo che non avevo mai visto prima, il sud del Portogallo. E poi è stato bello perché ho lavorato insieme a ragazzi provenienti da diversi paesi (Spagna, Portogallo, Italia) e con dei creativi italiani che già conoscevo. Secondo me Photomaio Production ha fatto un bel lavoro sulla produzione perché è riuscito a tirare fuori una storia da quella settimana passata a creare contenuti: il voice over, la connessione fra di noi ed il mare, quindi è stato bello. È stato un bel punto di partenza, sperando ce ne possano essere molti altri”.
Il surf in una parola, cos’è per te?
“Diciamo che per me cambia sempre. Ora io direi – connessione – sia con il mare che con me stesso”.
Grazie al tuo lavoro viaggi in posti meravigliosi dove la natura mostra il meglio di sé. C’è fra tutti un luogo a cui senti di essere particolarmente legato e perché?
“Diciamo che mi sto staccando sempre di più da un luogo particolare. Magari fino a poco tempo fa potevo dire Bali, l’Indonesia, perché nel passato mi ha cambiato. Però non è un luogo al quale sono legato, anzi, quasi non necessito andarci adesso perché è stato quel che è stato nel passato. Voglio entrare nella filosofia che il luogo ideale è il luogo dove sono adesso, cioè sempre nel momento presente. Quindi non ce n’è uno preciso, è sempre qualsiasi luogo”.
Sei fonte di ispirazione per molti giovani che seguono i tuoi contenuti. Dove, e in cosa, trovi invece tu l’ispirazione?
“Trovo ispirazione in diversi ambiti, io leggo tantissimo sia in ambito più spirituale, sulla meditazione legata a pratiche orientali, sia di racconto, quindi persone, avventure, biografie. Mi ispiro tanto anche attraverso gli sport e le storie di persone che hanno fatto qualcosa di particolare in ambito sportivo. Trovo ispirazione dalla natura, osservando. Ed anche facendo yoga, meditazione, mi aiuta a scoprire più su me stesso”.
Da circa un anno hai lanciato il progetto Your Creative Academy, un’accademia dedicata ai migliori creator italiani. Qual è la competenza principale che vuoi trovare nelle persone selezionate?
“L’intraprendenza sicuramente. Non mi importa tanto il livello del contenuto, ma che motivazione c’è dietro e il perché vogliono arrivarci. Ad esempio da poco ho ingaggiato un ragazzo di diciotto anni che realizza dei bei contenuti, che però mi ha più stupito più per il fatto che abbia caricato tantissimi video e per avermi detto più volte che vuole migliorare. Lo ha fatto in maniera molto professionale, mostrando il suo lavoro prima di tante parole. Molte persone a volte scrivono tante cose, anche belle, ma si capisce subito che è fatto un po’ per scena, diciamo. Invece le persone che parlano più con i fatti sono quelle che apprezzo di più”.
Ultimamente ti abbiamo visto surfare con Little Fish, l’ultima twinfin di Bear Surfboards. Cosa ti ha colpito di più di questa tavola?
“A me piace tantissimo perché la twinfin in generale è una tavola che quasi mi costringe a surfare in maniera più pulita e meno nervosa, per fare le linee per prendere velocità e mantenerla sull’onda. Quindi devo essere più rilassato per avere una performance più alta. Ormai sono due anni che praticamente uso solo twinfin e tavole del genere, quindi faccio surf in maniera più rilassata. Mi aiuta proprio a capire l’onda stessa, con le linee ed essere anche più creativo nel modo di surfare e di come muovo il corpo”.
La nostra generazione è più consapevole dell’importanza dei percorsi di crescita personale, tu spesso dai consigli di lettura o spunti di riflessione. Come trovi l’equilibrio fra la velocità a cui viaggia la vita contemporanea ed il bisogno di una vita autentica?
“Deve esserci un po’ un compromesso. Ognuno deve trovarlo. La vita va velocissimo specialmente nel lavoro che faccio. Più che parlare di vita veloce sono proprio le opportunità che ci sono. E ci viene trasmesso che possiamo fare qualsiasi cosa. Io stesso, in passato, parlavo sempre di questa cosa, dicendo che si può arrivare dove si vuole, raggiungere qualsiasi sogno. Però poi quando abbiamo tutte queste possibilità a disposizione è così difficile capire che strada prendere. Quindi più che farci stimolare da tutti questi input che abbiamo ormai dai social, tv, telegiornali, storie di persone, racconti…dovremmo quasi limitarci a fare davvero ciò che ci piace. Quindi in tutto il flusso di informazioni che arrivano adesso non è più tanto dove troviamo le informazioni o gli stimoli, ma quali possiamo selezionare. Che siano di beneficio a quello che vogliamo fare. Quindi è più una questione di selezionare, limitare e semplificare, invece che aggiungere. Questa è la sfida”.
Il tuo nome viene associato agli sport estremi che tutt’ora pratichi. Rimane ancora qualcosa in cui ti vorresti sperimentare?
“Sugli sport mi lego al discorso che ho appena fatto. Sono sempre caduto nella trappola di voler fare più sport possibili, un po’ alla fine è come una fuga, un’evasione. Di voler di più, voler dare quasi delle certezze a se stessi. Di sport ne ho praticati tantissimi, ne pratico ancora tanti. Però cerco di semplificare. Per esempio ieri mi sono messo a suonare la chitarra. Preferisco fare cose più semplici. Voglio praticare più yoga, voglio imparare a fare le verticali, a suonare la chitarra, fare meditazione…voglio fare cose più semplici perché fare cose complicate è quasi più facile; ci sembra un traguardo così lontano che lo ambiamo di più. Invece le cose semplici le diamo per scontate ed è una cosa che non ho mai fatto, quella di valorizzarle. Quindi diciamo che sto intraprendendo questo percorso”.